Su Euro, al candidato Presidente del Consiglio Luigi Di Maio suggerisco un supplemento di riflessione. Il referendum proposto da M5S è impraticabile, non solo per i noti ostacoli giuridici, ma per evidenti ragioni pratiche: la fuga di capitali dall`Italia e l’impennata degli spreads sui nostri titoli di Stato al solo annuncio di volerlo celebrare. Quindi per poter votare, sin dalle prime voci di voler procedere, sarebbe necessario bloccare i movimenti di capitali, razionare accesso ai depositi bancari, rinviare emissione di Titoli di Stato e spese pubbliche. Il M5S oggi in doppiopetto, per non perdere la faccia rispetto ai racconti disinvolti della fase descamisada, rinvia al popolo. Questa volta però non funziona. Non può essere il referendum sull’euro l`alternativa al negoziato per le correzioni necessarie a fermare la svalutazione del lavoro determinata dal mercato unico e dalla moneta comune. È necessario assumersi responsabilità politiche e programmatiche chiare.

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