Sulla fine dell`Amministrazione di Ignazio Marino leggo singolari ricostruzioni e rimozioni. Il Pd dovrebbe riconoscere il gravissimo errore politico e istituzionale compiuto allora verso i cittadini di Roma e, in particolare, verso gli elettori del Sindaco rimosso dal notaio, oltre che verso Ignazio”. Così come in una nota Stefano Fassina consigliere di Sinistra per Roma deputato LeU. “Per contrastare la sfiducia notarile a Marino, Il 12 Ottobre 2015 affermavo: `A Roma, è un dovere verso i cittadini portare la discussione sulla conclusione dell`amministrazione Marino nell`aula consigliare. Il sindaco fa bene a presentarsi in aula Giulio Cesare e i consiglieri, in particolare quelli del suo partito, dovrebbero evitare di dimettersi e consentire la discussione. In aula, il Pd dovrebbe spiegare alla città le ragioni della sfiducia verso Marino e il sindaco, da parte sua, dovrebbe prenderne atto, poiché non si può governare efficacemente senza il sostegno pieno e convinto del proprio partito. Roma ha urgente necessità di uscire dal caos nel quale il segretario nazionale e il presidente-commissario del Pd l`hanno condotta`. Purtroppo, il Pd andò dal notaio.
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