La nazionalizzazione di Alitalia è condizione necessaria per il suo rilancio strutturale. I 10 anni di proprietà e gestione privata della compagnia di bandiera hanno aggravato le condizioni dell’azienda: prima zero investimenti da parte di azionisti senza capitali, poi il saccheggio realizzato da Ethiad e soci italiani. La nazionalizzazione è condizione necessaria, ma non sufficiente.
Dalle informazioni disponibili, emerge confusione, approssimazione, partner improvvisati e di dimostrata inaffidabilità. Soprattutto, è ancora assente un piano industriale adeguato e quindi sono scarse garanzie per l’occupazione. Siamo di fronte al rischio serissimo di rivedere con investitori pubblici la stessa soluzione insostenibili come nel 2008 con il Governo Berlusconi e nel 2015 con il Governo Renzi. In poco tempo saremmo a un’altra ‘crisi’, con un impatto occupazionale devastante e un’altrettanto grave perdita di opportunità per le nostre imprese. Meglio un ulteriore rinvio che accrocchi estemporanei.

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