Anche oggi, in occasione dell’informativa del Presidente del Consiglio sul prossimo Consiglio europeo, è arrivato da Pd e Forza Italia l’appello a ricorrere al più presto al Mes: 36 miliardi gratis! Inviterei gli entusiasti sostenitori del ricorso al Mes a riflettere su alcune domande. Prima: perché nessun altro Stato accorre a ritirare il ‘regalo’? Eppure, un significativo risparmio di spese per interessi lo maturerebbero anche Grecia, Portogallo, Spagna, Francia solo per menzionare gli Stati che avrebbero maggior convenienza. Seconda: come ripetiamo da mesi, il problema sono le condizionalità all’accesso o la valutazione del rischio di solvibilità del debitore dopo l’accesso e le conseguenti azioni richieste per ridurre tale rischio, ossia un programma di ‘aggiustamento’ macroeconomico e strutturale, come previsto dalle normative vigenti? Ricordo che a fine anno il nostro debito pubblico sarà prossimo al 170% del Pil e la valutazione di sostenibilità è oggettivamente aperta. Terza domanda: le norme dei vigenti trattati europei e internazionali, dal Trattato di Funzionamento dell’Ue al Mes, dal Fiscal Compact ai regolamenti attuativi del ‘Two Pack’ sono derogati dai comunicati dell’Eurogruppo o del Consiglio europeo? No, ovviamente. La sottoscrizione dei prestiti implica l’osservanza di obiettivi di finanza pubblica irraggiungibili e soffocanti per l’economia reale. In conclusione, l’accesso al Mes sanitario è una scelta inutilmente pericolosa, per tirare a campare qualche mese. Dobbiamo archiviare la discussione e concentrare tutta il nostro capitale politico nel sostegno alla Bce, affinché aumenti gli acquisti e sterilizzi i Titoli di Stato in mano alle banche centrali nazionali. È l’unica strada per la salvezza nostra e dell’eurozona.
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