No Mes, ma anche per la Bce la svolta compiute dalla Fed. Sarebbe un grave errore economico e politico per le prospettive dell’Italia il ricorso al Mes. Non è una valutazione dettata da un capriccio ideologico anti-europeista. È una valutazione fattuale, motivata in riferimento alle norme dello statuto del Meccanismo, oltre che a quelle dei regolamenti e dei trattati dell’Ue, lasciate invariate dalle lettere dei Commissari e dalle conclusioni dei vertici di Bruxelles. È una valutazione fondata sui rischi di solvibilità per un debitore caricato di una zavorra al 160% del Pil. Per intuirlo sarebbe sufficiente constatare che 17 Stati dell’Unione hanno chiesto le risorse del Sure, mentre nessuno prevede di accedere al Mes, nonostante tanti altri membri avrebbero risparmi significativi in termini di spesa per interessi sui titoli di Stato. La sfida decisiva per la sostenibilità del debito pubblico, italiano in particolare, e per la ricostruzione economica passa dalla Bce. A Francoforte, è necessario un cambio di paradigma analogo a quello avviato dalla Fed. Il governo italiano, insieme agli altri governi più esposti sulla finanza pubblica, dovrebbe concentrarsi a costruire la legittimazione politica necessaria alla svolta della politica monetaria dell’eurozona.

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