Anche stavolta, come puntualmente avviene ogni volta che va a fuoco un autobus, riparte l’invocazione salvifica dei privati salvatori dei servizi pubblici. Eppure, senza accecamento ideologico o strumentalita’ a favore di interessi molto rilevanti, si capirebbe facilmente che un parco mezzi vetusto, non rinnovato a causa di tagli pluridecennali ai trasferimenti statali, regionali e comunali al Tpl, non puo’ che finire così . La soluzione e’ un piano industriale e finanziamenti adeguati per Atac. La messa a gara del Tpl, invece, a parita’ di risorse disponibili, aggraverebbe sia il servizio che le condizioni del lavoro. La ragione e’ semplice: il Tpl e’ un monopolio naturale come le autostrade o le ferrovie. Nei monopoli naturali, il gestore privato, si veda il report di Dicembre 2019 della Corte dei Conti, aumenta le tariffe, minimizza gli investimenti e miete rendite. Il premier conservatore Johnson ha ri-nazionalizzato le ferrovie britanniche dopo la fallimentare privatizzazione della Thatcher. Ma senza andare lontano, i nostri privatizzatori potrebbero misurare le performance di Roma Tpl, azienda privata affidataria del 20 per cento delle linee a Roma. Una classe dirigente sedicente seria dovrebbe resistere alle scorciatoie demagogiche.

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